SANTI, TESTIMONI E PREGHIERE |
MARATONA DI PREGHIERA | 29 maggio - SANTO ROSARIO CON IL PAPA - maggio 2021 |
Intenzione di preghiera: Per le persone consacrate
Dal Libano, terra di antica cristianità, dal “Paese di Maria”, il cui nome è reso sacro dalla Bibbia, oggi ci viene l’invito a pregare con il Santo Padre per tutte le persone consacrate. Lo facciamo dal santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, centro focale delle comunità cattoliche del Libano, a 25 km da Beirut. Dalla collina alta 600 metri l’imponente statua della Santa Vergine, con le braccia aperte domina la città e il mare.
IL CULTO MARIANO NEL LIBANO
La venerazione di Maria è profondissima nel cuore di tutti i Libanesi. Isolati fin dai tempi più remoti nella montagna libanese, i Cristiani, specie i Maroniti, in Maria hanno sempre trovato consolazione e rifugio. Essi associano la figura di Maria alle reminiscenze bibliche legate al Monte Libano e all’albero del cedro. Per loro la Vergine Maria è la prediletta da Dio nel Cantico dei Cantici, che viene dal Libano: essa s’innalza “come il cedro del Libano”; il profumo delle sue vesti è “come il profumo del Libano”[Cant. 4, 11]. Nelle Litanie Lauretane, i Maroniti, dopo l’invocazione “Rosa mystica”, inseriscono l’invocazione: “Cedro del Libano, prega per noi”.
LA STORIA DEL SANTUARIO
Il luogo per la costruzione del santuario e la collocazione della grande statua in bronzo fu scelto nel 1904 dal patriarca maronita di Antiochia per commemorare il 50° anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Il modello fu preso dall’immagine della Santa Vergine apparsa a Caterina Labouré nel 1830. Nell’ultimo decennio degli anni ’90 del Novecento la grande statua è stata affiancata da un nuovo grande santuario, che è divenuto luogo di profondo valore simbolico non solo per le Comunità cristiane, ma anche per i Musulmani e i Drusi libanesi. Tutti infatti riconoscono in Maria la Madre amorevole e premurosa di cui chiedono l’intercessione.
Nel 1997 papa Giovanni Paolo II celebrò la messa nel santuario di Harissa e dopo il Regina coeli ai piedi della Patrona del Libano, pronunciò l’“Atto di affidamento” in cui invocava la protezione della Madre del Sgnore sul Libano, sui Pastori, sui religiosi e le religiose, sulle famiglie, sui giovani, sui poveri, i prigionieri e i rifugiati. Concludeva: “…Veglia sull’intero popolo di questa terra così provata! A te lo affida il successore di Pietro, qui giunto per portare a tutti un messaggio di fiducia e di speranza. Possa avverarsi, sulla soglia del nuovo millennio cristiano, il messaggio profetico di Isaia: «Ancora un poco e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva [Is 29, 17]»… Regina della pace, proteggi il Libano!”.
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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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