SANTI, TESTIMONI E PREGHIERE |
STORIE | 21 giugno - San Luigi Gonzaga |
È bella la vicenda terrena del Santo che ricordiamo oggi: è la storia di un giovane appartenente ad una famiglia della più alta nobiltà che lasciò tutto per seguire la strada della castità, della povertà e dell’obbedienza. Morto giovane mentre aiutava gli appestati.
LA FANCIULLEZZA.
Luigi Gonzaga nacque il 9 marzo 1568 a Castiglione delle Stiviere, nell’Alto Mantovano, figlio primogenito del marchese Ferrante Gonzaga. Il padre lo educò alle armi, ma già a 10 anni Luigi aveva deciso di seguire la strada che doveva condurlo a Dio: rinunciò al matrimonio e si consacrò a Maria. Era ben cosciente di questo gesto, che lo orientò sempre di più alla preghiera, alla penitenza e al distacco dalle cose del mondo. A 12 anni ricevette a Brescia la Prima Comunione da san Carlo Borromeo e poco dopo si recò a Madrid come paggio alla corte di Filippo II di Spagna, dove studiò lettere, scienze e filosofia. Mentre il padre cercava di distrarlo facendogli fare vita mondana, il giovane Luigi si allontanava sempre più dalle frivolezze e spesso si appartava a pregare. Fu allora che decise di farsi Gesuita, nonostante l’opposizione del padre, e rinunciò al marchesato.
UNA VITA SANTA
All’età di 17 anni entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma, dove fu discepolo di san Roberto Bellarmino. Possedeva un’intelligenza brillante e aperta e tutti speravano che un giorno sarebbe diventato il successore del grande Ignazio di Loyola.
Ma il corso della sua vita fu ben diverso.
Nel febbraio 1591 scoppia a Roma un’epidemia di tifo petecchiale e Luigi si reca volontario a curare i malati al fianco di san Camillo de’ Lellis e altri confratelli. Quando vede un appestato abbandonato per strada, se lo carica sulle spalle per portarlo all’ospedale e viene contagiato. Dopo non molti giorni, il 21 giugno 1521, a 23 anni, Luigi, vero “martire della carità” muore, più che preparato all’incontro con Dio.
È proclamato santo da Benedetto XIII nel 1726. Il suo corpo riposa nella chiesa di sant’Ignazio in Roma, mentre il capo è custodito nella chiesa a lui dedicata nel suo paese natale, Castiglione delle Stiviere.
San Luigi, lungi dall’essere quel personaggio sbiadito che certa agiografia ha tramandato, possedeva invece una forte personalità: in particolare riprovava con sdegno la mediocrità degli ideali. Il mondo opulento in cui era cresciuto che dava importanza alla ricchezza, al potere e al prestigio, ma anche il mondo - a lui più congeniale - del sapere e della cultura costituivano per lui delle vuote lusinghe: lui aveva fatto le sue scelte con una eccezionale indipendenza di giudizio e una volontà irriducibile. Era anticonformista e interiormente libero in una società di grandi fermenti politici, artistici, scientifici, una società in cui l’uomo aveva maturato l’illusione di dominare l’universo facendo a meno di Dio. Ma era anche l’epoca del Concilio di Trento e delle lotte di religione. Queste circostanze fanno di san Luigi un vero santo della Controriforma, come Carlo Borromeo, Filippo Neri, Ignazio di Loyola,Teresa d’Avila, Giovanni della Croce…
NOTA: Nella navata sinistra della chiesa parrocchiale di Ceggia, sopra l’altare della Madonna si trova la custodia delle reliquie di san Luigi Gonzaga. Nell’epigrafe si legge: “Rel a: S: Aloÿsi: Gonsogae: 1743”. La reliquia non c’è più: è stata collocata altrove in epoca imprecisata.
|< | < | 109 | 110 | 111 | 112 | 113 | 114 | 115 | > | >| | Vista elenco |
Risorse in rete | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
santiebeati | liturgia | cathopedia | qumran | diocesi | l'azione | unità pastorale | avvenire.it |
Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
Copyright © 2020-2024 Lia Artico