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San Camillo de Lellis

(Scheda 118/153, composta da 2 sottoschede - Anno 2021)

STORIE 14 luglio - San Camillo de Lellis

SAN CAMILLO DE LELLIS
Il santo degli ammalati, gigante della carità

Oggi, 14 luglio, la Chiesa fa memoria di san Camillo de Lellis, un uomo straordinario che passò i suoi anni giovanili conducendo vita tumultuosa e randagia, soldato di ventura, dedito al gioco, finché Dio irruppe nella sua esistenza.

LA GIOVINEZZA. Nato il 25 maggio 1550 a Bucchianico, nei pressi di Chieti da un ufficiale al servizio dell’imperatore Carlo V e da una nobildonna molto avanti con l’età, da ragazzo era esuberante e rissoso, di statura imponente (era alto quasi due metri) e a diciott’anni si arruolò nell’esercito della Repubblica di Venezia per combattere i Turchi. La compagnia dei soldati lo portò a trascorrere il tempo in modo dissoluto e a contrarre una vera passione per il gioco.

Entrò in contatto con i malati per la prima volta quando, a vent’anni, fu ricoverato nell’ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma a causa di una ferita che si era procurato in battaglia che si era infettata. Una volta guarito tornò alla sua vita disordinata e vagabonda, perse ogni suo avere al gioco e si ridusse a chiedere l’elemosina.

LA CONVERSIONE. Nel 1575 fu accolto nel convento di San Giovanni Rotondo dove rimase come inserviente; là lo raggiunse la grazia del Signore attraverso le parole di un frate che gli disse: «Dio è tutto. Il resto è nulla. Bisogna salvare l’anima che non muore…». Avrebbe voluto farsi frate cappuccino, ma la vecchia piaga si riaprì, cosicché dovette ritornare a Roma per curarsi. Questa volta guardò con occhi nuovi le condizioni di abbandono e di miseria in cui erano lasciati i malati, che si trovavano abbandonati e maltrattati da un personale insensibile e impreparato. Si mise a servire i suoi compagni sofferenti e lo faceva in modo così delicato e diligente, che vi rimase anche dopo la guarigione come capo dei servizi e del personale. Durante il suo soggiorno a Roma conobbe san Filippo Neri, e si pose sotto la sua guida spirituale.

I MINISTRI DEGLI INFERMI. Riprese a studiare e nel 1584 venne ordinato sacerdote. A Roma nel 1582 aveva maturato la sua ispirazione a dedicarsi alla cura e all’assistenza degli ammalati assieme ad un gruppo di amici consacrati a Cristo Crocifisso. Prese servizio nel grande ospedale “Hospitium Apostolorum” che esisteva a Roma già dal 1204 e diede vita ai “Ministri degli infermi”, detti popolarmente Camilliani, uomini al servizio dei pazienti non per retribuzione, ma volontariamente e per amore di Dio. Quattro i voti: obbedienza, povertà, castità, servizio ai malati, anche agli appestati, anche con rischio della propria vita. La Compagnia fu elevata a Ordine da papa Gregorio XIV nel 1591. L’elemento distintivo del loro abito è una croce di panno rosso posta sul lato destro della tonaca.

Camillo de Lellis aveva così posto le basi per la figura dell’infermiere e del cappellano dell’ospedale quali li vediamo oggi.

Si spense a Roma il 14 luglio 1614 e fu canonizzato da papa Benedetto XIV nel 1746. Il suo corpo riposa nella chiesa di santa Maria Maddalena a Roma, mentre il suo cuore è custodito a Bucchianico, suo paese natale.


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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