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STORIE | 14 luglio - San Camillo de Lellis |
Oggi, 14 luglio, la Chiesa fa memoria di san Camillo de Lellis, un uomo straordinario che passò i suoi anni giovanili conducendo vita tumultuosa e randagia, soldato di ventura, dedito al gioco, finché Dio irruppe nella sua esistenza.
LA GIOVINEZZA. Nato il 25 maggio 1550 a Bucchianico, nei pressi di Chieti da un ufficiale al servizio dell’imperatore Carlo V e da una nobildonna molto avanti con l’età, da ragazzo era esuberante e rissoso, di statura imponente (era alto quasi due metri) e a diciott’anni si arruolò nell’esercito della Repubblica di Venezia per combattere i Turchi. La compagnia dei soldati lo portò a trascorrere il tempo in modo dissoluto e a contrarre una vera passione per il gioco.
Entrò in contatto con i malati per la prima volta quando, a vent’anni, fu ricoverato nell’ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma a causa di una ferita che si era procurato in battaglia che si era infettata. Una volta guarito tornò alla sua vita disordinata e vagabonda, perse ogni suo avere al gioco e si ridusse a chiedere l’elemosina.
LA CONVERSIONE. Nel 1575 fu accolto nel convento di San Giovanni Rotondo dove rimase come inserviente; là lo raggiunse la grazia del Signore attraverso le parole di un frate che gli disse: «Dio è tutto. Il resto è nulla. Bisogna salvare l’anima che non muore…». Avrebbe voluto farsi frate cappuccino, ma la vecchia piaga si riaprì, cosicché dovette ritornare a Roma per curarsi. Questa volta guardò con occhi nuovi le condizioni di abbandono e di miseria in cui erano lasciati i malati, che si trovavano abbandonati e maltrattati da un personale insensibile e impreparato. Si mise a servire i suoi compagni sofferenti e lo faceva in modo così delicato e diligente, che vi rimase anche dopo la guarigione come capo dei servizi e del personale. Durante il suo soggiorno a Roma conobbe san Filippo Neri, e si pose sotto la sua guida spirituale.
I MINISTRI DEGLI INFERMI. Riprese a studiare e nel 1584 venne ordinato sacerdote. A Roma nel 1582 aveva maturato la sua ispirazione a dedicarsi alla cura e all’assistenza degli ammalati assieme ad un gruppo di amici consacrati a Cristo Crocifisso. Prese servizio nel grande ospedale “Hospitium Apostolorum” che esisteva a Roma già dal 1204 e diede vita ai “Ministri degli infermi”, detti popolarmente Camilliani, uomini al servizio dei pazienti non per retribuzione, ma volontariamente e per amore di Dio. Quattro i voti: obbedienza, povertà, castità, servizio ai malati, anche agli appestati, anche con rischio della propria vita. La Compagnia fu elevata a Ordine da papa Gregorio XIV nel 1591. L’elemento distintivo del loro abito è una croce di panno rosso posta sul lato destro della tonaca.
Camillo de Lellis aveva così posto le basi per la figura dell’infermiere e del cappellano dell’ospedale quali li vediamo oggi.
Si spense a Roma il 14 luglio 1614 e fu canonizzato da papa Benedetto XIV nel 1746. Il suo corpo riposa nella chiesa di santa Maria Maddalena a Roma, mentre il suo cuore è custodito a Bucchianico, suo paese natale.
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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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