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Sant'Ignazio di Loyola

(Scheda 123/153, composta da 2 sottoschede - Anno 2021)

STORIE 31 luglio - Sant’Ignazio di Loyola

SANT’IGNAZIO DI LOYOLA
Il nobile cavaliere che divenne soldato di Cristo

Oggi, 31 luglio, la Chiesa ricorda sant’Ignazio di Loyola, il grande protagonista della Riforma cattolica del XVI secolo, fondatore della Compagnia di Gesù.

LA GIOVINEZZA. Íñigo López de Loyola - questo il suo nome - nacque il 23 ottobre 1491 ad Azpeitia, nella provincia basca di Guipúzcoa, tredicesimo figlio di una delle più potenti famiglie di Spagna. Essendo uno dei figli cadetti, era destinato alla carriera sacerdotale, ma la sua aspirazione era quella di diventare cavaliere. Alla corte del ministro del re di Castiglia ricevette un’educazione adeguata e acquisì le buone maniere che tanto influirono poi nella sua vita. Íñigo era esuberante e focoso, e amava divertirsi. Passò poi al servizio del vicerè di Navarra, nel cui esercito combatté varie volte, finché, nell’assedio del castello di Pamplona, fu ferito da una palla di cannone. Quell’incidente lo segnò per tutta la vita, perché da allora rimase zoppo.

LA CONVERSIONE. Durante la lunga e dolorosa convalescenza nella sua casa di Loyola, ebbe modo di leggere la Vita di Cristo e la Legenda Aurea; meditando quelle letture si convinse che l’unico Signore che valeva la pena di seguire era Gesù Cristo.

Appena ristabilito, nel 1522 decise di recarsi a Gerusalemme, dove era sicuro che avrebbe trovato l’illuminazione. Durante il viaggio fece tappa nel santuario di Monserrat dove depose le armi e fece voto di castità. Impedito a proseguire per un’epidemia di peste scoppiata a Barcellona, si fermò per un anno nella cittadina di Manresa, dove lesse l’Imitazione di Cristo, testo a cui rimase legato per tutta la vita ed ebbe la grande ispirazione di fondare una Compagnia di consacrati al servizio di Gesù. Prese dunque a scrivere una serie di meditazioni e di norme che costituirono il primo nucleo dei suoi celebri Esercizi spirituali. Si imbarcò quindi per la Terra Santa, dove avrebbe voluto stabilirsi, ma il Superiore dei Francescani glielo proibì, giudicando troppo scarse le sue conoscenze teologiche.

LA COMPAGNIA DI GESÙ. Ritornato in Europa, prese a studiare in Spagna e poi a Parigi, dove prese a farsi chiamare Ignazio. Fu là che conobbe Pietro Favre e Francesco Saverio; nel 1535 conseguì il dottorato in filosofia. Ma già nel 1534 con questi e alcuni altri compagni aveva fatto voto di vivere in povertà e castità. Non potendo tornare in Terra Santa come avrebbero desiderato, a causa della guerra tra Venezia e i Turchi, si misero al servizio del Papa, che disse loro: “Perché andare a Gerusalemme? Per portare frutto nella Chiesa, l’Italia è una buona Gerusalemme!”. Nel 1537 Ignazio fu ordinato sacerdote. L’anno successivo papa Paolo III diede l’approvazione canonica alla Compagnia di Gesù, che cominciò ben presto a svolgere il suo apostolato in Europa e subito dopo in Asia e nel resto del mondo, caratterizzato dall’alto livello di preparazione culturale e scientifica. Il motto della Compagnia: “Ad maiorem Dei gloriam” (per una gloria di Dio sempre più grande). Per obbedienza al Papa, Ignazio rimase a Roma per coordinare l’azione della Compagnia. Continuò così la sua opera instancabile presso i poveri, gli orfani e gli ammalati, nonostante fosse lui stesso molto sofferente, fino allo stremo delle forze.

Si spense nella sua povera cella vicino a Santa Maria della Strada a Roma il 31 luglio 1556 e le sue spoglie sono conservate nella Chiesa del Gesù a Roma. Fu proclamato santo il 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV.


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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