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FESTE | 6 agosto - Trasfigurazione del Signore |
Oggi, 6 agosto, la Chiesa fa memoria liturgica della Trasfigurazione di Nostro Signore. Questa ricorrenza si colloca 40 giorni prima della festa dell'Esaltazione della Santa Croce, che si celebra il 14 settembre, anniversario del ritrovamento della vera Croce da parte di sant'Elena il 14 settembre dell'anno 320. Questa data dipende dal fatto che l'episodio narrato dai Vangeli sarebbe avvenuto quaranta giorni prima della Crocifissione di Gesù.
La festa della Trasfigurazione fu introdotta forse in Armenia nel IV secolo per cristianizzare una festa pagana; più probabilmente nacque in area siriaca nel V secolo per ricordare la dedicazione della prima chiesa sorta sul monte Tabor. Un'antica tradizione attestata nel IV secolo da Cirillo di Gerusalemme e da Girolamo, identifica infatti il luogo dove sarebbe avvenuta la Trasfigurazione con il monte Tabor (in arabo Gebel et-Tur = la montagna). In Occidente la festa fu conosciuta prima nella Spagna mozarabica e poi, attraverso il monachesimo cluniacense, entrò stabilmente nella liturgia della Chiesa romana nel 1570.
Gesù scelse alcuni discepoli per salire su un alto monte a pregare. Sei giorni prima aveva detto: «Vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno» (Mt 16,28). I prescelti furono Pietro e i due fratelli Giacomo e Giovanni. Essi videro l'ineffabile: Cristo apparve nel suo Corpo glorioso e «il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante» (Lc 9, 29) e Mosè ed Elia, anch'essi comparsi nella loro gloria, parlavano con Lui del compimento in Gerusalemme del suo sacrificio.
Questo episodio straordinario solleva per un momento il velo dell'umanità di Cristo e offre ai tre testimoni un anticipo della sua venuta gloriosa: quando verrà, Cristo «trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo Corpo glorioso» (Fil 3, 21). È un bagliore di gloria che illumina per un istante il cammino di Gesù verso Gerusalemme e serve ad allontanare dal cuore degli apostoli lo scandalo della croce e a far capire loro che la sua passione e morte non è un fallimento, una sconfitta, ma in essa si attua l'amore infinito di Dio per noi. Dà così fondamento alla speranza della santa Chiesa, di modo che essa divenga partecipe dell'onore e della gloria di Cristo. Egli stesso, infatti, parlando della sua venuta aveva detto: «Allora i giusti risplenderanno come sole nel regno del Padre mio» (Mt 13, 43).
L'evento è accompagnato da una nube luminosa che li copre con la sua ombra e dalla voce del Padre che riconosce in Gesù il «Figlio prediletto», al quale è dovuta l'obbedienza della fede: «Ascoltatelo», è l'ordine. Gesù è il Maestro, è la Verità, e va ascoltato. E Pietro ce ne dà testimonianza: «Noi stessi udimmo questa voce, che è venuta dal cielo, quando eravamo con lui sulla sacra montagna». (2 Pietro 1, 18). I discepoli cadono con la faccia a terra, e nascondono la loro faccia nella polvere, paralizzati al manifestarsi del mondo di Dio.
Pietro, abbagliato dalla maestà di Dio, preludio di Paradiso, ha proposto ingenuamente di fare tre tende, parendogli di scorgere nella Trasfigurazione l'inizio della gloria messianica e la venuta del tempo della pienezza finale. Ma non è così. Non è ancora così.
Passato l'istante di meraviglia, non si vede più nessuno se non Gesù solo. Ora bisogna scendere dal monte e seguire con coraggio le sue orme. La Trasfigurazione ha indicato la direzione da seguire, e ha rivelato all'intero creato il suo destino di comunione con Dio e con Colui che ha vinto la morte e ha fatto risplendere per sempre la vita.
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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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