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San Magno di Oderzo

(Scheda 147/153, singola - Anno 2021)

STORIE 6 ottobre - San Magno Vescovo

SAN MAGNO VESCOVO DI ODERZO E DI ERACLEA
Pastore e guida dei popoli della laguna

Oggi la Chiesa fa memoria di san Magno, un santo Vescovo del quale gli storici si sono scarsamente occupati, ma che per la religiosità delle nostre terre ebbe un'importanza considerevole, oltre che per la fama di taumaturgo, anche per la sua assidua opera di evangelizzazione e di sviluppo del territorio lagunare.

IL CONTESTO STORICO. Alla fine del secolo VI Venezia ancora non esisteva; al suo posto si stendeva una laguna intersecata da numerosi canali dove affioravano isolette in cui si erano rifugiati i contadini e i pescatori dell'entroterra in fuga davanti alle incursioni dei barbari che si facevano sempre più frequenti e distruttive. Sappiamo che già dal IV secolo in tutte le città venete esisteva una sede episcopale. Anche Oderzo fin da allora ebbe un suo vescovo.

LA VITA E L'OPERA. Secondo la tradizione, san Magno nacque ad Altino verso il 580. Crebbe nello spirito cristiano e fin da giovane, dopo aver acquisito una solida educazione umanistica, si ritirò a vita eremitica in laguna per prepararsi al sacerdozio. Dalle cronache sappiamo che nel 630, alla morte di san Tiziano, fu preposto alla guida della diocesi di Oderzo, dove combatté con determinazione l'eresia ariana. A quel tempo la città era rimasta l'ultimo -fragilissimo- caposaldo dell'impero bizantino, e nel 638-39 fu assalita dai Longobardi, che dopo pochi anni la distrussero completamente.

Gli abitanti di Oderzo, guidati dai capi politici e soprattutto dal vescovo Magno, fuggirono e si rifugiarono nelle isole vicine della laguna, dove già molti profughi avevano fissato la loro dimora.

San Magno, nell'isola di Eraclea (che corrisponde all'odierna frazione di Cittanova), stabilì la sua sede episcopale, su autorizzazione di papa Severino e del patriarca di Grado. Vi costruì la cattedrale dedicata all'apostolo Pietro. Sulla parete laterale esterna della parrocchiale di Ceggia, ben visibili, sono murati due bassorilievi paleocristiani provenienti dalla cattedrale fondata da san Magno. Inoltre, secondo la tradizione, le visioni mistiche della Beata Vergine, degli Apostoli, dell'Arcangelo Raffaele e di altri santi gli ispirarono la fondazione di otto chiese nelle isole di Rialto, tra le quali ricordiamo S. Maria Formosa, S. Zaccaria, S. Giovanni in Bragora, i Ss. Apostoli.

Il santo Vescovo morì intorno al 670 a circa 90 anni, profondamente angustiato per la distruzione definitiva di Oderzo.

IL CULTO. Le spoglie del Santo furono deposte nella cattedrale di Eraclea che lui aveva costruito. Ma già verso il XIII secolo la città era in rovina e il doge Pietro Ziani il 6 ottobre 1206 ne fece trasferire i resti nella chiesa di san Geremia a Venezia, probabilmente in omaggio alla memoria del padre Sebastiano che l'aveva fatta ricostruire. Nel Quattrocento la festività del Santo era tra le più solenni della città. Nel 1563 una reliquia del braccio fu portata processionalmente in San Marco; il reliquiario a forma di braccio è tuttora custodito nel Tesoro della Basilica.

Le spoglie di san Magno, tra le più certe di tutta la storia della cristianità antica, dopo sette secoli e mezzo di permanenza a san Geremia, nel 1956 furono traslate nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Immacolata a Eraclea, dove si venerano ancora oggi. È patrono secondario del patriarcato di Venezia e compatrono della città di Venezia.

Nota: Un ricordo delle virtù taumaturgiche di san Magno è conservato nel pozzo che si trova a Venezia, a Cannaregio, nel cortile del palazzo Frizier ora Sceriman, sede degli uffici della Regione Veneto: secondo la tradizione san Magno apparteneva a quella nobile famiglia e in quel luogo vi era la sua abitazione. La leggenda narra che l'acqua di quel pozzo avesse il potere di guarire chi la beveva.


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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