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STORIE | 31 dicembre - Te Deum nell’Ottava di Natale/em> |
La storia
Il Te Deum (in esteso Te Deum laudamus, Dio ti lodiamo) sono le prime due parole dell’inno di lode al Signore che si canta oggi, ultimo giorno dell’anno, durante i primi vespri della solennità di Maria Ss. Madre di Dio. Si canta anche in altre occasioni solenni, come dopo l’elezione del nuovo pontefice.
Non è certa la paternità del testo. Esso sarebbe stato redatto, sotto influenze orientali, verso l’anno 400. Tradizionalmente era attribuito a san Cipriano di Cartagine, vescovo del III secolo; oggi si propende per Niceta, vescovo di Remesiana (nell’attuale Serbia) nel IV secolo, uno degli evangelizzatori della Romania. Non ha invece fondamento la leggenda che vuole che l’inno sia stato intonato da sant’Ambrogio dopo aver impartito il battesimo a sant’Agostino, e che al primo versetto intonato da sant’Ambrogio abbia risposto di getto sant’Agostino col secondo, e così di seguito. Per questo motivo la tradizione lo ha trasmesso come inno ambrosiano.
Come si legge
L’inno, scritto in prosa ritmica latina, si può dividere in tre parti:
1) La prima, fino a Paraclitum Spiritum, è una lode trinitaria rivolta al Padre;
2) la seconda, da Tu rex gloriae a sanguine redemisti, è una lode a Cristo Redentore;
3) l’ultima, da Salvum fac, è una serie di suppliche e di versetti tratti dal libro dei Salmi.
La musica
La melodia originaria, probabilmente contemporanea all’inno, doveva essere più complessa di quella attuale. Nel Graduale vaticano (1908) la melodia ufficiale è data in due forme: tonus solemnis e iuxta morem romanum. Il Te Deum è stato musicato da diversi autori dall’antichità fino ai tempi moderni. Tra i più famosi: Haendel, Lulli, Berlioz, Mahler, Bruckner… fino alla colonna sonora del film della Disney “Il gobbo di Notre Dame” .
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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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