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Adorazione dei Magi e la stella

(Scheda 26/153, singola - Anno 2021)

ARTE, SCIENZA, FEDE E TRADIZIONE 20 gennaio - L’Epifania e Giotto

L’ADORAZIONE DEI MAGI E LA STELLA DI GESÙ

Sotto un meraviglioso cielo blu trapunto di stelle, in quello scrigno di meravigliosa bellezza che è la cappella degli Scrovegni a Padova dipinto da Giotto fra il 1300 e il 1305, subito non si nota questo riquadro. Esso rappresenta i tre Magi nell’atto di adorare Gesù, il Salvatore del mondo.

Giotto, per dipingere le scene cristologiche, studiò a fondo i Vangeli, gli Apocrifi e la Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze (o da Varagine).

La scena, assai innovativa nell’impianto, con il dettaglio esotico dei cammelli, ci presenta una sorta di muto dialogo tra i protagonisti immersi in una grande pace. L’angelo a destra tiene in mano un reliquiario d’oro, il primo dono già consegnato dal primo re, il più anziano, inginocchiato, che ha deposto la sua corona a terra. La Vergine Maria indossa una veste di colore rosso intenso e un manto blu oltremare (ora quasi scomparso), i colori propri che l’iconografia le ha assegnato e offre all’adorazione il Bambino in fasce coperto da una mantellina verde pastello.

LA STELLA

La stella che videro i Magi è, secondo la scienza, un fenomeno astronomico rarissimo: si trattava di un allineamento planetario senza precedenti con Giove, il Sole, Saturno e la Luna allineati tutti nella costellazione dell’Ariete, Venere nei Pesci, mentre Marte e Mercurio erano in quella opposta del Toro. Questo evento veniva interpretato nell’antichità come “la nascita di qualcuno che avrebbe cambiato la storia”. Per averne uno simile, secondo gli studiosi, dovremmo aspettare 500mila anni.

Giotto dipinse una palla rossa con una coda conica che sfuma nel nero. Era la cometa che egli stesso doveva aver visto passare nel periodo tra il settembre del 1301 e il gennaio 1302, descritta dalla Cronaca del Villani come “una stella commata con grandi raggi di fummo dietro” e interpretata come segno di grandi rivolgimenti. Si trattava di quella che sarebbe stata denominata “la cometa di Halley”.

Come si vede, non è lo stesso fenomeno, ma con questa sua geniale invenzione Giotto diede origine alla tradizione della stella cometa che guida i Magi alla grotta di Betlemme.

COSA DICE LA FEDE

I Magi hanno seguito la stella. Attraverso il linguaggio della creazione hanno trovato il Dio della storia. Certo, il linguaggio della creazione da solo non basta. Solo la Parola di Dio che incontriamo nella Sacra Scrittura poteva indicare loro definitivamente la strada. Creazione e Scrittura, ragione e fede devono stare insieme per condurci al Dio vivente. Si è molto discusso su che genere di stella fosse quella che guidò i Magi. … Continuino pure gli scienziati questa discussione. La grande stella, la vera Super nova che ci guida è Cristo stesso. Egli è, per così dire, l’esplosione dell’amore di Dio, che fa splendere sul mondo il grande fulgore del suo cuore. E possiamo aggiungere: i Magi d’Oriente di cui parla il Vangelo di oggi, così come generalmente i Santi, sono diventati a poco a poco loro stessi costellazioni di Dio, che ci indicano la strada. … I Santi sono stelle di Dio, dalle quali ci lasciamo guidare verso Colui al quale anela il nostro essere.”(dall’omelia di papa Benedetto XVI nella Solennità dell’Epifania del 6 gennaio 2012)


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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