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San Tiziano

(Scheda 29/153, composta da 2 sottoschede - Anno 2021)

FESTE 16 gennaio - san Tiziano vescovo

SAN TIZIANO

Patrono della Diocesi di Vittorio Veneto

San Tiziano fu vescovo di Oderzo intorno agli anni 610 - 632 dopo Cristo. La diocesi di Vittorio Veneto - che fino al 1939 portava I'antico nome di Ceneda - Io venera da più di un millennio come Patrono Principale; la sua festa liturgica si celebra il 16 gennaio. Secondo I'antica tradizione, San Tiziano, appartenente ad una facoltosa e distinta famiglia, nacque nell'isola di Melidissa, chiamata Eraclea. San Tiziano nella sua adolescenza fu inviato a Oderzo, dove era vescovo San Floriano il quale ebbe cura di educarlo ed istruirlo. Crescendo in età, San Tiziano sentì maturarsi in lui la vocazione al sacerdozio, sollecitato dalla sua inclinazione a mettersi al servizio della povera gente. Avendo San Floriano rinunciato all'episcopato, clero e popolo opitergini non trovarono nessuna persona più degna di San Tiziano a succedergli come pastore e guida. Secondo I'antica tradizione, egli fu vescovo di Oderzo per circa 25 anni; ricco di virtù e meriti, circondato dalla fama di taumaturgo, morì nell'anno circa 632 d. C. il 16 gennaio. Fu deposto in sepolcro distinto presso la chiesa della sua città, dove il popolo accorse subito numeroso a venerarlo come santo. Gli eracleani dal canto loro non tardarono a rivendicare le reliquie, e venuti col pretesto di visitarne il sepolcro, calata la notte, trafugarono il suo corpo, Io misero in una barca ormeggiata nelle acque del fiume Monticano e cercarono di fuggire per raggiungere il fiume Livenza. Gli opitergini, accortisi ben presto dell'accaduto, si diedero ad inseguire i rapinatori e li raggiunsero dove il Monticano confluisce nel Livenza. A questo punto entra in campo una bella leggenda tanto cara al popolo devoto di San Tiziano. È bene tenere presente che non sempre la leggenda è solo frutto di fervida fantasia. Sulle sponde del Livenza, opitergini ed eracleani si trovarono gli uni contro gli altri armati. Quando già stavano per azzuffarsi, comparve loro un vecchio misterioso che li esortò a non ricorrere alla violenza ma a lasciare piuttosto il corpo del Santo nella barca, pregando Dio affinché indicasse dove voleva che fosse portato. La barca, con meraviglia di tutti, cominciò a risalire il Livenza fino ad una località detta Settimo (Portobuffolè) dove si fermò. II corpo fu allora deposto sulla sponda del fiume e quindi caricato su un carro trinato da buoi, ma questi non riuscivano a smuovere il carro. Riapparve il vecchio misterioso che esortò tutti a pregare ancora il Signore, perché facesse conoscere il suo divino oracolo. Fu così che quegli animali, fra Io stupore, le preghiere e le ovazioni della gente che intanto accorreva sempre più numerosa ad accompagnare il Santo, si diressero verso le amene colline dove sorgeva Ceneda. II corpo del Santo fra I'entusiasmo di tutto un popolo fu, con tutti gli onori, collocato a Ceneda nell'antica chiesa dedicata alla Madonna Assunta. Questi fatti sarebbero avvenuti nell'anno 652 d.C. circa, un decennio dopo la conquista di Oderzo (639 - 640) da parte di Rotari, re dei Longobardi.

(dal foglio dell’Unità Pastorale CEGGIA-FOSSÀ-GAINIGA-GRASSAGA n. 376 del 10 gennaio 2021)

La storia di san Tiziano Vescovo è ampiamente narrata da mons. Rino Bechevolo nel sito della Diocesi di Vittorio Veneto:
https://www.diocesivittorioveneto.it/diocesi/tiziano.asp


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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