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Sabato 23 novembre 2024



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Comunione dei Santi - Riflessioni

(Scheda 5/153, singola - Anno 2020)

RIFLESSIONI

LA COMUNIONE DEI SANTI E L’INDULGENZA PLENARIA

Quando recitiamo il Credo, noi diciamo: “Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi…”

Riflettiamo sulla Comunione dei Santi. Con essa si intende la stretta unione che esiste tra i cristiani e Gesù e tra i cristiani stessi, i credenti, che sono il corpo mistico di Gesù risorto.

San Paolo ci dice: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.» (1 Corinzi 12,12-13).

Fin dall’inizio della cristianità, dunque, la Chiesa è la comunità di tutti coloro che sono in grazia di Dio (le persone sante), siano essi vivi, defunti o nascituri, i giusti dell’Antico Testamento e gli Angeli.

Ecco le parole di Papa Francesco, autentico compendio di dottrina. «Si tratta di una verità tra le più consolanti della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo. Una comunione che nasce dalla fede; infatti, il termine “santi” si riferisce a coloro che credono nel Signore Gesù e sono incorporati a Lui nella Chiesa mediante il Battesimo. Per questo i primi cristiani erano chiamati anche “i santi” (cfr At 9,13.32.41; Rm 8,27; 1 Cor 6,1). Il Vangelo di Giovanni attesta che, prima della sua Passione, Gesù pregò il Padre per la comunione tra i discepoli, con queste parole: “Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (17,21). La Chiesa, nella sua verità più profonda, è comunione con Dio, familiarità con Dio, comunione di amore con Cristo e con il Padre nello Spirito Santo, che si prolunga in una comunione fraterna. Questa relazione tra Gesù e il Padre è la matrice del legame tra noi cristiani: se siamo intimamente inseriti in questa matrice, in questa fornace ardente di amore che è la Trinità, allora possiamo diventare veramente un cuore solo e un’anima sola tra di noi, perché l’amore di Dio brucia i nostri egoismi, i nostri pregiudizi, le nostre divisioni interiori ed esterne. L’amore di Dio brucia anche i nostri peccati. La comunione dei santi va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre. E’ una unione spirituale che non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a che Cristo è risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna. C’è un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancora pellegrini in questo mondo, fra noi, e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell’eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra, le anime del Purgatorio e tutti i beati che sono già in Paradiso formano una sola grande Famiglia. Questa comunione tra terra e cielo si realizza specialmente nella preghiera di intercessione» (Udienza generale del 30 ottobre 2013).

Noi crediamo che Dio, nel suo amore misericordioso, ascolta le nostre preghiere e la Chiesa, grazie al “potere delle chiavi” dato da Gesù a San Pietro – “Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli” (Mt 16, 19) –, ha il potere di dichiarare la liberazione delle anime del Purgatorio, e quindi ci dà la possibilità di applicare a loro quell’immenso tesoro di misericordia che è l’indulgenza plenaria.


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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