SANTI, TESTIMONI E PREGHIERE |
STORIE | 5 aprile - San Vincenzo Ferreri |
Oggi, 5 aprile, ricorre la memoria liturgica di un santo che merita di essere ricordato perché a lui Marco Antonio Bragadin volle dedicare l’oratorio che aveva fatto ricostruire a Ceggia nel 1795.
Vincenzo Ferreri (o Ferrer, in spagnolo Vicente Ferrer) era nato a Valencia, in Spagna, il 23 gennaio 1350 in una nobile famiglia vicina alla casa reale di Barcellona. Entrò giovanissimo nell’Ordine Domenicano e, dopo gli studi di teologia, divenne professore a Valencia. Nel 1378, durante lo scisma d’Occidente, che lacerò la Chiesa per quarant’anni, durante i quali si scontrarono papi e antipapi per il controllo del soglio pontificio, il domenicano si adoperò moltissimo per la sua ricomposizione, che avvenne nel 1417. Rifiutate più volte le alte cariche che gli venivano proposte, si dedicò completamente alla predicazione itinerante e viaggiò in tutti i paesi d’Europa: Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Italia.
Morì il 5 aprile 1419 in Bretagna, a Vannes. Le sue spoglie sono custodite nella locale cattedrale di san Pietro.
Fu canonizzato nel 1453 da Callisto III, al quale Vincenzo, ancora giovane, aveva profetizzato il pontificato e la propria canonizzazione.
San Vincenzo Ferreri si immedesimava a tal punto nella sua missione, da autodefinirsi nelle sue prediche “l’angelo dell’Apocalisse”. Fu proprio il tono apocalittico della sua predicazione, con la quale ottenne molte conversioni, soprattutto da ebrei e musulmani, a renderlo particolarmente conosciuto. Nonostante predicasse in lingua valenciana, era compreso da tutti. Dotato di grandissimo carisma personale, attraversò tutta l’Europa a piedi e condusse sempre una vita austera. Raggiunse grandissima fama grazie anche ai moltissimi miracoli che gli venivano attribuiti. Tra i molti prodigi, sono due quelli che lo resero particolarmente noto: l’aver portato la pioggia nei campi colpiti dalla siccità e l’aver salvato un muratore da una caduta. Per questo il santo è invocato dai contadini per la protezione dei raccolti ed è il patrono dei muratori. Viene pregato anche contro i fulmini e i terremoti, e per allontanare le malattie più gravi.
Nello splendido soffitto affrescato da G. B. Bison nell’oratorio Bragadin, San Vincenzo Ferreri è raffigurato a corona della Vergine Maria con l’abito domenicano, la fiammella dello Spirito Santo, che ricorda il “dono delle lingue”, come gli Apostoli nel giorno della Pentecoste, un paio d’ali che richiamano la definizione di Angelo dell’Apocalisse; sopra di lui un angelo con la tromba amplifica l’annuncio imminente dell’Apocalisse. Nella mano destra tiene il Crocifisso e accanto a lui vi è il libro del Vangelo su cui è appoggiato un giglio, simbolo della purezza. È una bellissima sintesi, che riassume in una unica immagine le grandi virtù di questo santo un tempo assai venerato e oggi quasi dimenticato.
|< | < | 62 | 63 | 64 | 65 | 66 | 67 | 68 | > | >| | Vista elenco |
Risorse in rete | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
santiebeati | liturgia | cathopedia | qumran | diocesi | l'azione | unità pastorale | avvenire.it |
Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
Copyright © 2020-2024 Lia Artico