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STORIE | 28 aprile - San Vitale martire e sant’Ursicino |
Oggi, 28 aprile, a Ceggia si celebra la festa del Patrono san Vitale martire. Questo santo, nato a Milano, visse tra il III e il IV secolo e fu martirizzato a Ravenna.
A Ceggia la tradizione della devozione a san Vitale è antica: fin dal tardo Medioevo esisteva di certo una cappella dedicata a san Vitale martire, anche se non aveva lo status di vera e propria parrocchia. Nel corso dei secoli la chiesa fu ampliata e abbellita; si sa che sull’altare maggiore nel XVIII secolo vi era una pala raffigurante san Vitale, il parroco Tommaso Pedretti e Ceggia, “ritratta come una vaga donzella genuflessa”; quel dipinto andò distrutto durante la prima guerra mondiale. Al suo posto fu collocata la pala che vediamo ora, benedetta e inaugurata il 28 aprile 1927, dove san Vitale a cavallo è raffigurato insieme con san Biagio e san Giovanni Battista; sullo sfondo si intravede la chiesa di Ceggia.
Sul soffitto, affrescato da Giovan Battista Canal intorno al 1793, prima dell’importante rimaneggia-mento dell’ ‘800, campeggia il grande dipinto tripartito dedicato al martirio e trionfo di san Vitale. Alle due estremità sono narrati il martirio di san Vitale e il martirio di sant’Ursicino. Nel primo comparto Ursicino, incatenato ad un rostro, viene confortato e incoraggiato da Vitale che veste l’uniforme da militare romano; nel secondo Vitale, dopo aver subito varie torture sta per essere gettato vivo in una fossa appena scavata; l’episodio centrale rappresenta san Vitale con la palma del martirio che sale al cielo accompagnato da una schiera di angeli. (ringrazio Maurizio Marchesin per le notizie fornitemi).
San Vitale.
Vitale era un ufficiale romano, marito di santa Valeria e la tradizione riportata da sant’Ambrogio li vuole genitori dei due santi Gervasio e Protasio.
Il culto di san Vitale fu promosso proprio da sant’Ambrogio, vescovo di Milano nel IV secolo. In una delle sue lettere Ambrogio racconta di aver rinvenuto a Milano nel 386, dopo una visione che gli indicava il luogo della sepoltura dei fratelli Gervasio e Protasio, uno scritto firmato da un certo Filippo servus Christi che narra la loro storia, quella dei loro genitori Vitale e Valeria e del medico ligure Ursicino.
Le circostanze del martirio di Vitale e di Ursicino sono strettamente intrecciate. Vitale scortava da Milano a Ravenna il giudice Paolino durante le persecuzioni e qui incontrò un medico cristiano di nome Ursicino condannato a morte per la sua fede. Vitale gli rimase accanto e lo esortò ad affrontare i supplizi e la morte per amore di Cristo; provvide poi alla sua degna sepoltura. Il giudice Paolino, visto il comportamento di Vitale, lo fece arrestare, e dopo averlo sottoposto a varie torture, lo fece seppellire vivo. Così anche Vitale divenne un martire per Cristo. Sul luogo della sepoltura di Vitale e Ursicino venne costruita nel VI secolo, consacrata nel 548, una splendida basilica dedicata a san Vitale, alla moglie santa Valeria e ai figli, anch’essi martiri, santi Gervasio e Protasio.
Sant’Ambrogio non fornisce dati che ci permettano di situare con certezza l’epoca in cui questi santi sono vissuti: la Legenda Aurea (composta tra il 1260 e il 1298) colloca i fatti sotto Nerone, nel 60 d.C., ma è più probabile che il martirio sia avvenuto nella seconda metà del III o ai primi del IV secolo.
Secondo la tradizione il martirio di san Vitale sarebbe avvenuto il giorno 28 aprile, e da sempre a Ravenna il Santo è stato festeggiato solennemente in questa data. Nel Martirologio Romano (2004), alla data 28 aprile leggiamo: «A Ravenna, in Italia, ricordo di S. Vitale, nel cui nome, in questo giorno, fu dedicata a Dio la celebre basilica che sorge nella medesima città, e che da tempo immemorabile è celebrato assieme ai SS. martiri Valeria, Gervasio, Protasio e Ursicino, per aver difeso tenacemente e senza paura la fede cristiana.»
Sant’Ursicino.
Ursicino, secondo lo scritto di Filippo, era un medico cristiano di origine ligure attivo a Ravenna proprio nell’epoca in cui vi giunse Vitale. Essendosi scatenata la persecuzione contro i cristiani, egli fu arrestato. Egli temeva una morte violenta, ma Vitale, avvertito della sua cattura, lo raggiunse e lo incitò a non cedere. Ursicino, rassicurato dalle sue parole, accettò il suo destino e venne decapitato. A questo santo è dedicato un altare nella chiesa di san Vitale a Ravenna. Il suo corpo rimase a lungo in quella basilica, finché non fu traslato prima nella chiesa di san Giovanni Battista e poi nella basilica Ursiana (sulla quale fu edificato il duomo di Ravenna nel XVIII secolo).
Sant’Ursicino è patrono dei medici e viene anch’egli festeggiato il 28 aprile.
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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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