SANTI, TESTIMONI E PREGHIERE |
STORIE | 28 aprile - Santa Gianna Beretta Molla |
Oggi, 28 aprile, ricorre anche la memoria di una santa del nostro tempo, morta nel 1962 e canonizzata da san Giovanni Paolo II nel 2004.
Gianna, nata a Magenta (Milano)nel 1922, decima di tredici figli, apparteneva ad una famiglia di antiche origini veneziane. I suoi genitori erano entrambi terziari francescani e tre dei suoi fratelli avevano abbracciato la vita religiosa.
Anche lei avrebbe voluto recarsi in terra di missione, ma la sua costituzione gracile non glielo consentì. Nel 1949 si laureò in medicina, e contemporaneamente fu sempre impegnata nell’Azione Cattolica e nelle attività parrocchiali. Specializzatasi in pediatria, intraprese la professione come una vera e propria missione, come ebbe a scrivere lei stessa: "Tutti nel mondo lavoriamo in qualche modo a servizio degli uomini. Noi direttamente lavoriamo sull'uomo. Il nostro oggetto di scienza e lavoro è l'uomo che dinanzi a noi ci dice di se stesso, e ci dice "aiutami" e aspetta da noi la pienezza della sua esistenza. Noi abbiamo delle occasioni che il sacerdote non ha. La nostra missione non è finita quando le medicine più non servono. C'è l'anima da portare a Dio e la nostra parola avrebbe autorità. Questi medici cattolici, quanto sono necessari!"
Ma se il suo impegno a favore dei suoi assistiti era eccezionale, conduceva anche una vita del tutto normale: aveva un marito e dei figli; amava la musica, la pittura, l’alpinismo, i fiori.
Trovava il tempo per svolgere vari altri compiti, come responsabile del consultorio delle mamme e dell’asilo nido facenti capo all’Opera Nazionale Maternità e Infanzia e prestò la sua opera come medico volontario nelle scuole.
Nel 1961 Gianna fu colpita da un fibroma all’utero, proprio verso il secondo mese di gravidanza. Affrontò un intervento chirurgico per l’asportazione del tumore. La creatura che portava in grembo fu salva, così come Gianna aveva pregato il Cielo e chiesto al chirurgo. Ma il male non era sparito, e procedeva di pari passo con la gravidanza. In tutto questo tempo continuò a ripetere ai medici e a suo marito: “Se dovete scegliere tra me e il bambino, scegliete il bambino”. Dopo aver dato alla luce Gianna Emanuela il 21 aprile, tra sofferenze atroci e dopo una settimana di agonia, il 28 aprile 1962, Gianna muore, a soli 39 anni, circondata dai suoi figlioletti, mentre ripete: “Gesù ti amo, Gesù ti amo”.
Fu sepolta nella cappella di famiglia nel comune di Mesero (Milano). Nel 1972 l’arcivescovo di Milano cardinale Colombo promosse la causa di beatificazione; nel 1991 papa Giovanni Paolo II la rese venerabile; il 24 aprile 1994 fu proclamata beata; continuarono a susseguirsi fatti ritenuti prodigiosi per sua intercessione. Il 16 maggio 2004 papa Giovanni Paolo II, in Piazza San Pietro a Roma l’ha proclamata santa. La sua memoria liturgica è fissata al 28 aprile.
La sua vita fu fatta di fede vissuta, di impegno nella Chiesa, di assistenza ai malati e agli anziani. Fu una vita che aveva le sue radici in una famiglia di grande fede.
La preziosa testimonianza di Gianna forse infastidisce una società che ritiene che i grandi passi avanti della diagnostica prenatale risolvano tutti i problemi fermando la vita del futuro bambino. Ma il suo gesto di amore grande, che ha coronato una vita santa, rimane un esempio luminoso per tutti noi.
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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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